Migliaia di sostanze chimiche vengono utilizzate nel commercio, nei trasporti e nell'industria che possono rappresentare una minaccia per le persone e l'ambiente. Un'etichettatura adeguata aiuta a rendere gli utenti consapevoli dei rischi e ad adottare misure appropriate. È essenziale per creare un ambiente di vita e di lavoro sicuro.
La base giuridica dell’UE: il regolamento CLP
L’etichettatura delle sostanze chimiche pericolose ha senso solo se è universalmente compresa e unificata. A tal fine, da anni sono in corso sforzi a livello internazionale per creare un sistema universale di allerta e informazione sui rischi. L’iniziativa più importante in questo senso è stata lo sviluppo del sistema globale armonizzato di classificazione ed etichettatura (GHS) da parte delle Nazioni Unite. È già in vigore in oltre 60 paesi in tutto il mondo ed è stato adottato anche dall’Unione Europea nel 2009. Le etichette precedentemente esistenti per le sostanze pericolose sono state sostituite da nuove nel regolamento CLP, che ora è uno standard a livello dell’UE. CLP sta per “Classificazione, Etichettatura e Imballaggio”. Questo regolamento determina come classificare, etichettare e imballare le sostanze chimiche e le loro miscele. Il documento contiene, tra l’altro, classi e categorie di pericolo nonché linee guida per la preparazione delle etichette dei prodotti e l’apposizione delle stesse sull’imballaggio della sostanza chimica o della miscela. Il regolamento CLP regola anche l’uso di denominazioni chimiche alternative per proteggere la proprietà intellettuale e l’uso di elenchi di sostanze sul mercato.
Classificazione delle sostanze chimiche pericolose
Un fattore chiave per il successo del sistema GHS è la categorizzazione coerente. Pertanto, per motivi di chiarezza, sono stati creati tre tipi di classi di pericolo per le sostanze chimiche e le loro miscele. Questi sono:
- rischi fisici;
- rischi per la salute;
- rischi ambientali.
Le etichette delle sostanze chimiche pericolose devono indicare chiaramente la classe di pericolo. Nella prima delle suddette categorie possono rientrare, ad esempio, esplosivi, gas infiammabili, sostanze e miscele autoreattive o sostanze che provocano corrosione dei metalli. Nella categoria di pericolo per la salute, tra le altre, sono definite tossicità acuta, corrosione cutanea, irritazione oculare o mutagenicità delle cellule germinali. Una classe di rischio separata è anche la cancerogenicità dei prodotti. Inoltre, il regolamento CLP identifica le sostanze chimiche che rappresentano un rischio per l’ambiente acquatico e lo strato di ozono.
Principi di etichettatura
In base alle normative vigenti, è responsabilità del produttore, importatore o distributore etichettare le sostanze pericolose. Un’etichetta che informa sui pericoli deve essere creata prima che un determinato prodotto venga messo in circolazione. Questo obbligo si applica sia alle sostanze classificate GHS che alle loro miscele. L’etichetta di pericolo per le sostanze chimiche pericolose deve essere soprattutto leggibile. Gli elementi dell’etichetta devono risaltare chiaramente rispetto allo sfondo e le loro dimensioni e spaziatura consentono una facile lettura di tali elementi. L’etichetta deve essere redatta nella lingua ufficiale del paese in cui il prodotto deve essere commercializzato. Il regolamento CLP specifica anche quali informazioni devono essere riportate sull’etichetta. Oltre alla dicitura specializzata relativa ai pericoli della sostanza chimica, questa include i dati del fornitore, un’indicazione della quantità del prodotto e informazioni supplementari.
Etichette di sostanze pericolose – mezzi per fornire informazioni
Il sistema unificato di classificazione dei rischi specifica anche come le informazioni dovrebbero essere fornite agli utenti. Questi includono:
- pittogrammi di pericolo, ovvero segnali di pericolo grafici;
- parole d’ordine, cioè brevi frasi che descrivono il livello di pericolo;
- consigli di prudenza e di pericolo.
Con il sistema CLP/GHS sono stati creati nove pittogrammi a forma di diamante con bordo rosso. Ognuno ha un simbolo facilmente interpretabile che migliora la leggibilità dell’etichetta e attira l’attenzione dell’utente. Ciò è rafforzato da una frase di una parola altrettanto chiara. A seconda della gravità del rischio, questo può essere "pericolo" o "attenzione". Le etichette di sostanze chimiche pericolose includono anche due tipi di indicazioni di pericolo e di consigli di prudenza. La prima di queste (frasi H), descrive la natura e la gravità del pericolo ed è abbreviata in un codice a quattro cifre. Ad esempio il codice H252 significa: “sostanza autoriscaldante in grandi quantità; potrebbe prendere fuoco”. Le frasi P indicano le precauzioni raccomandate per ridurre i rischi associati a un prodotto. Anche in questo caso, i regolamenti forniscono codici a quattro posti che riguardano la prevenzione, la risposta, lo stoccaggio e lo smaltimento di una sostanza chimica pericolosa. Tutti i suddetti elementi costituiscono un’etichetta obbligatoria per legge che svolge in modo ottimale la sua funzione di avvertimento. Ciò contribuisce a ridurre la frequenza degli incidenti e dei disastri naturali. È nell’interesse di tutti garantire che le sostanze pericolose siano adeguatamente etichettate!
- https://europa.eu/youreurope/business/product-requirements/chemicals/classification-labelling-packaging/index_en.htm
- https://www.osha.gov/sites/default/files/publications/OSHA3636.pdf